la versione di este

26.1.05

a night at the local gym

(n.e.r.d. - the way she dances)

colti da un'improvvisa smania di fitness si decide di fare una puntata alla locale palestra situata in un centro commerciale di fronte all'ufficio con l'invidiabile vista sulla sottostante strada che ci accompagna giorno dopo giorno sul luogo di lavoro e praticamente l'unica via utile di bb visto che per andare da qualsiasi parte la si deve percorrere. l'ambiente è piuttosto rarefatto, infatti oltre a c. al vitellozzo e al sottoscritto (occhietto ha dato forfait) ci sono solo un paio di amebe locali che si affannano sui tapis roulants. la casa offre:
- cyclettes scomodissime ma con il plus della scritta "made in italy", e beh...
- nessun cafone (istruttore di palestra, per i non addetti ai lavori) in giro
- alcuni attrezzi con base rotante il cui utilizzo mi sfugge (e la spiegazione il lingua indigena non aiuta, credetemi) e da cui io rifuggo
- altre attrezzature di bassa categoria che alla fine però il loro sporco lavoro lo fanno lo stesso
- all'ingresso svendita di secchi (letteralmente) di creatina
- vitellozzo che passa il 90% del tempo spalmato per terra a fare "stretching" o in inquietanti pose di yoga
- c. alla disperata ricerca di un esercizio che "non faccia male". la perdo di vista 5 min e la trovo incastrata in una panca praticamente verticale a testa in giù agganciata per le caviglie. la tentazione far continuare lo spettacolo è piuttosto forte ma per stavolta il mio lato caritatevole ha il sopravvento
- mini spogliatoio tagliato su misura per gli organismi monocellulari che a quanto pare frequentano il luogo
- microdoccia

sulla (solita) via verso l'albergo, colto da un (per fortuna) insolito afrore che si sta diffondendo nell'abitacolo chiedo al vitellozzo: non è che abbiamo saltato un passaggio della procedura? in parallelo in testa mi passano immagini del vitellozzo alternate a quelle della microdoccia sovrastate da una manona che agita l'indice in senso di diniego. il terrore su quello che sarebbe potuto succedere mi fa perdere parte della risposta che cmq è stata qualcosa tipo: ma, sai, ste docce qua, non sono mai troppo pulite, i funghi bla bla bla... si si vitellozzo, certo. in cuor mio ringrazio il suo spirito di autoconservazione che mi ha evitato l'ingrato compito di dover spiegare in polacco alle forze dell'ordine polacche che c'era un omone italiano (anzi woskie, maledetti!!) nudo e sudato incastrato e (immagino) terrorizzato nella doccia polacca di una palestra polacca.